Brut (es) è una fiera del vino naturale a Mulhouse ed è aperta a privati e professionisti che sono dilettanti di prodotti naturali o curiosi di scoprire il vino naturale.
Queste le parole iniziale che si leggono dal sito ufficiale (https://www.brutes.fr/)
60 viticoltori sparsi in 5 Paesi tra Francia, Germania, Svizzera, Austria e Italia.
Ma cos’è questo vino naturale?
“Il vino naturale è il risultato di una scelta filosofica volta a trovare l’espressione naturale del terroir. Proviene da uve lavorate in agricoltura biologica, senza diserbanti, pesticidi, fertilizzanti o altri prodotti sintetici.
Le vendemmie sono manuali e durante la vinificazione l’enologo si impegna a mantenere vivo il vino. Sono vietati interventi tecnici che possono alterare la vita batterica del vino, nonché qualsiasi aggiunta di sostanze chimiche, tranne, se necessario, solfiti in quantità molto ridotte. Le dosi massime tollerate di SO² totale sono 20 mg / l per i rossi, 30 mg / l per i bianchi.”
Ecco, questa la definizione scevra di parole filosofeggianti e modaiole che nell’ultimo periodo paiono spopolare.
Se questo è, beh allora partiamo col nostro percorso enonaturale!
E in ogni caso, visto che nella vita bisogna sempre saper scegliere con cognizione di causa, qui, un breve articolo, sulle AOC dell’Alsazia
Decidiamo di iniziare ovviamente con i “giocatori di casa”
Stretta tra i Vosgi e la valle del Reno, l’Alsazia è una regione singolare, caratterizzata da suoli calcarei, argillosi e marnosi. Una regione che risente fortemente della sua precedente appartenenza tedesca con una grande produzione di riesling, e che oggi con la grande produzione di pinot noir profuma anche molto di Francia.
Domaine Pierre Frick
Situato a pochi km da Colmar, chi conosce Pierre Frick lo definisce il precursore del metodo Alsaziano.
Sui 12 ettari a conduzione biodinamica, è vietato l’utilizzo di qualsiasi diserbante, la protezione della malattie è affidata alla poltiglia bordolese e all’uso di rame e zinco.
Vendemmie manuali con scelta dei grappoli in modo rigoroso, e in cantina fermentazioni naturali, solo lieviti indigeni e ovviamente nessuna chiarifica.
Una particolarità, dal 2002 la Famiglia Frick ha abbandonato l’uso del tappo in sughero sostituendolo con capsule in inox dove dentro è presente un piccolo disco in polietilene per assicurare l’impermeabilità ed evitare così deviazioni organolettiche causate dal sughero.
Dall’intera produzione, una parte è riservata alle “cuvée Zero solfiti aggiunti”. Si tratta di vini imbottigliati senza aggiunta appunto di solfiti. Al naso possono presentare una leggera volatile, che con poche roteazioni assesterà gli odori. In bocca leggera effervescenza dovuta a un residuo di anidride carbonica. E vista l’assenza di chiarifiche e filtrazioni non aspettatevi colori brillanti … ma il sapore avrà la meglio su ogni cosa …
Le uve intere macerarono e fermentarono con i loro lieviti indigeni per due settimane, senza nessuna pressatura. Vengono poi inserite in una pressa pneumatica. Nessuna aggiunta di zolfo, né nel mosto né durante l’invecchiamento in botti di rovere né con l’imbottigliamento (maggio 2018).
Note di degustazione:
Un rosso granato elegante e fine al naso, con note fruttate polpose di amarena e mora. In bocca è un vino di corpo, di buon equilibrio anche se leggermente più spostato verso l’acidità, così da garantire una buona freschezza e un tannino che per quanto fitto non stanca comunque la beva. Alla retronasale sentori di noce moscata e cannella.
Una particolarità, almeno per me, abituata a bere questi vini a una temperatura di almeno 16° gradi, ho notato, e non solo in fiera ( ma anche in vineria e al ristorante) che tendono invece a servirlo tra gli 8° e i 12° max.
Pinot gris 2018
Maceration
Anche qui una macerazione iniziale di 7 giorni in grappoli interi, prima di premere.
La maturazione è su fecce fini che sedimentano in vecchie botti di rovere per 6 mesi. Imbottigliato a marzo 2018 senza aggiunta di solfiti.
Note di degustazione:
Un colore che vira verso il rosato, dovuto tanto alla carica antociana del grappolo di pinot grigio tanto alla macerazione.
Non particolarmente limpido, ma come abbiamo detto ciò è dovuto all’assenza di filtrazione. In bocca è un vino vivo, vibrante. Una nota tannica che viene perfettamente contemperata dalla freschezza. Dinamico.
Le Clos Liebau
30 route de Bergheim
68150 Ribeauville
La filosofia di questo produttore può essere così sintetizzata “La natura impone il suo ritmo. Voglio lasciare che le cose accadano perchè le piante sanno come fare meglio“
E così accanto alle sue vigne scorrazzano beatamente polli e oche, che garantiranno quella resa ottimale che solo la natura sa garantire. I polli col loro beccare raschiano il terreno così da regolare la crescita dell’erba e i loro escrementi fungono da fertilizzanti per le vigne.
La Marmite 2018
Assemblage
Un favoloso intruglio magico di auxerrois ( un vitigno simile al pinot grigio), Sylvaner, Pinot grigio, tutto macerato e senza aggiunta di solfiti.
Note di degustazione:
In alcuni casi la tecnica può anche essere evitata. Una parola: bontà!
Rieffel
Siamo a metà strada tra Strasburgo e Comar.
10 ettari in agricoltura biodinamica tra Riesling, Gewurztraminer, Sylvaner e Pinot Noir e Blanc
Anche lui utilizza una macerazione con grappoli interi, per circa 15 giorni e rimontaggi una volta al giorno.
Note di degustazione:
Pinot noir che necessita di alcune roteazioni del calice per una leggera riduzione, ma cosa di poco conto. Dopo un po’ ribes e ciliegia salgono con vigore e si accompagnano a odori di noce moscata.
Il palato è morbido e vellutato, con un bellissimo sapore di frutto croccante. Una leggera effervescenza dovuta alla presenza di una piccola percentuale di anidride carbonica.
Christian Bienner
Eccoci qui. Il banco di degustazione più interessante per me.
Christian Binner non è di certo nuovo al pubblico, ma io, ammetto la mia ignoranza, non avevo mai assaggiato i loro vini.
In Italia è importato da “Triple A”.
Si rosè
2016-2017
Con una vendemmia di selezione dei soli migliori grappoli di Gewurztraminer (2/3) e Pinot Gris (1/3).
In cantina vengono assemblate per ogni “Si rosè” due annate diverse vinificate in maniera differente. Così per il nostro Si Rosè abbiamo il 50% di vino del 2014 macerato per 8 mesi e il 50% di 2015 macerato per 8 giorni. Entrambe le annate vengono affinate in fusti di rovere. e Nel 2016 vengono assemblati. Nessuna filtrazione e senza solforosa aggiunta.
Note di degustazione:
La macerazione fa vestire il vino in un colore aranciato, luminoso e consistente. Le narici ricche di fiori, rosa per l’appunto,
E la bocca è secca, ma freschissima, una salivazione incessante. Il palato è soddisfatto, succoso, e note speziate a chiudere il finale.
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E allora che ne pensate di questo Brut (es)???
Coi vinocratici ci rivedremo sicuramente alla prossima edizione!!
Fine del viaggio wine lovers!
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